ATTUALITÀ - Le esportazioni continuano a essere il motore pulsante dell’economia italiana. Mentre il PIL fatica a crescere più di qualche zero-virgola, negli ultimi quattro anni l’export italiano è cresciuto di oltre il 10%. A luglio 2015 il Made in Italy aveva raggiunto quota +5,5% rispetto all’anno precedente. Se il trend fosse confermato, l’export potrebbe raggiungere quota 420 miliardi di Euro entro dicembre. Una cifra che vale quasi un terzo del PIL nazionale e che dimostra ancora una volta quanto la ricchezza italiana sia legata al commercio internazionale...
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A settembre 2015 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,2% rispetto ad agosto. Nella media del trimestre luglio-settembre 2015 la produzione è cresciuta dello 0,4% nei confronti del secondo trimestre.
Corretto per gli effetti di calendario, a settembre 2015 l'indice è aumentato in termini tendenziali dell'1,7% (i giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2014). Nella media dei primi nove mesi dell'anno la produzione è aumentata dello 0,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente... Le risorse complessive per le politiche di sviluppo e coesione (stanziate dal governo e dall’Unione Europea) corrispondo a circa 100 miliardi. Una cifra reboante, a maggior ragione se si pensa che si faticano a trovare coperture molto più basse per interventi di natura fiscale; ma veniamo nel dettaglio: sono risorse che coprono un arco di tempo che va dal 2014 al 2020. Una media di circa 16 miliardi e mezzo per anno. Il contributo europeo è di 30 miliardi di euro così ripartiti: 7 per le regioni più sviluppate, 1 per le regioni in transizione e 20 per le regioni più in difficoltà. Nella recente e discussa legge di stabilità il cofinanziamento nazionale verte sul Fondo di Stabilità e Coesione (circa 54 miliardi totali). Il Ministro dell'economia Saccomanni ha presentato nove proposte su quello che sembra il tema più scottante del governo Letta: la riforma dell'IMU. Infatti il PDL continua a chiedere l'abolizione totale dell'odiata imposta sulla prima casa. Questo però rischierebbe di creare gravi squilibri nelle finanze dello Stato, così Saccomani ha cercato di fare le sue proposte alternative per rendere più equa la tasa che grava sugli immobili. Tre proposte sono particolarmente interessanti: -Incremento selettivo della detrazione IMU per abitazione principale in funzione della condizione economica del proprietario, parametrata al reddito dello stesso soggetto -Incremento della detrazione IMU per l’abitazione principale decrescente in funzione della condizione economica del nucleo familiare, misurata attraverso l’ISEE -Rimborso dell’IMU sull’abitazione (integrale o parziale) attraverso l’attribuzione di un credito di imposta (o una detrazione) IRPEF Il prof. Giulio Sapelli, docente di storia economica presso l’Università Statale di Milano, critica la moneta unica nella maniera in cui è stata realizzata. La sua analisi parte dai dubbi già espressi da economisti del calibro di Krugman e Stiglitz. Sapelli sottolinea il fatto che non è mai esistita una moneta senza uno stato, il quale ha tre caratteristiche fondamentali: 1 monopolio della forza 2 potere di imposizione fiscale 3 potere dibattere moneta L’Europa si trova così ad avere una moneta unica senza che esista un vero e proprio stato europeo. Le critiche di Sapelli, che espone senza peli sulla lingua (come è nella sua natura), sono rivolte sopratutto ai banchieri centrali europei, in particolare all’ex numero uno di Bankitalia. Non si salvano nemmeno certi politici che, nell’opinione di Sapelli, non si sono curati di un fattore importantissimo: lo statuto della BCE, che avrebbe dovuto ricalcare il modello della FED. Quest'anno il festival dell'economia di Trento, che si tiene dal 30 maggio al 2 giugno, titola: Sovranità in conflitto. Le questioni su cui si dovrà dibattere sono di fondamentale importanza, e tutt'altro che di facile soluzione: pensiamo al processo di integrazione che sta investendo l'Europa. Le dinamiche e gli scopi non sono affatto scontati: perché è necessaria un'unione monetaria? Fino a dove è possibile coordinare aree di politica economica? Qual'è il livello ottimale per integrare la politica economica tra gruppi di Paesi? Quali cessioni di sovranità bisogna attuare per costruire un'unione politico-economica che funzioni? A Bologna si è preparato un referendum consultivo che si terrà il 26 maggio. La questione dibattuta è sugli aiuti comunali alle scuole d'infanzia paritarie.
Alla luce di un'obiettiva analisi della situazione, risultano profondamente ideologiche le motivazioni dei promotori del referendum, che hanno incassato anche l'appogio di Rodotà (il candidato Presidente della Repubblica di Grillo). Per chiarire quanto stia accadendo è utile la spiegazione di Sebastiano Pantaleoni. In occasione del 1 maggio, storiaeconomica.com propone la situazione lavorativa in Italia aggiornata a marzo 2013. In tale mese il numero degli occupati è di 22 milioni 674 mila; da febbraio il calo è pari a 51mila (-0,2%). Mentre su base annua sono 248mila i posti persi (-1,1%). I disoccupati sono 2 milioni 950 mila, e diminuiscono rispetto a febbraio di 14mila (-0,5%); ma su base annua le persone senza un lavoro aumentano di ben 297mila (+11,2%). Per quanto riguarda la disoccupazione giovanile, sono 635 mila le persone tra i 15 e i 24 anni che stanno cercando un lavoro. (In allegato il documento integrale dell'ISTAT)
Per fronteggiare l'attuale recessione economica, che rischia di prolungarsi ad oltranza, il presidente di Confindustria, Squinzi, torna a chiedere dalle colonne del Financial Times la formazione di un governo attivo e stabile. La rielezione del Presidente Napolitano rende questo appello un po' meno illusione, e un po' più speranza. Egli può essere il “fattore coagulante” per la formazione di un esecutivo solido, grazie alla sua lungimiranza e alla sua concretezza. All'agenda in materia socio-economica ed europea hanno lavorato sei saggi: Filippo Bubbico, Giancarlo Giorgetti, Enrico Giovannini, Enzo Moavero Milanesi, Giovanni Pitruzzella e Salvatore Rossi. Nell'introduzione si afferma che il documento è un “elenco ragionato di possibili linee di una futura azione di governo in campo economico-sociale-ambientale”. Molti sono i temi trattati: creare e sostenere lavoro, aiutare le famiglie, riformare il sistema tributario, favorire il credito alle PMI, rilanciare il ruolo dell'Italia nel commercio internazionale, aprire alla concorrenza (per citare i punti principali). |